In
occasione del prossimo referendum due armate con i loro generali si contendono
il controllo sulla procreazione assistita. Entrambi paladini della ricerca
scientifica, questi San Giorgio dalle diverse armature ma dai medesimi interessi,
si presentano come difensori della Vita. Ma quale vita? Allevati in un mondo di
merci, assuefatti ad una catastrofe scientificamente amministrata, troviamo
ormai scontato che un apparato tecnologico soddisfi il desiderio di avere dei
bambini.
Invece di interrogarci sulle cause reali di una sterilità sempre più diffusa, ci affidiamo religiosamente agli scienziati della vita. Invece di affrontare umanamente un problema umano, si cerca di adattare il corpo alla tecnica, il vivente alla macchina, l'organico all'inorganico. Non potendo cambiare il "migliore dei mondi possibili", si cambia la specie. In questo progresso nella sottomissione, siamo espropriati persino delle nostre facoltà biologiche.
Dalla fecondazione assistita alla sperimentazione sugli embrioni, dalla schedatura del DNA alle manipolazioni genetiche, siamo di fronte alla trasformazione del corpo umano in unità produttiva, alla creazione di un essere artificiale.
Quanto alla nostra libertà, cosa ne rimane quando simili problemi vengono sottratti a qualsiasi dibattito sociale e riservati unicamente agli specialisti o a qualche referendum degno di un quiz televisivo? Tra il NO del regressivo oscurantismo clericale e il SI del progressivo oscurantismo scientista, in gioco non è affatto il se, ma soltanto il come.
L'esistenza di un processo scientifico totalitario non è oggetto di scelta. La parte riservata al cittadino-elettore, questo essere democraticamente modificato, è infatti sempre la stessa: mettere la crocetta a partita conclusa, ovvero rivendicare come diritto ciò che l'alienazione sociale ha già trasformato in fatto.
Così, grazie alle funeste nozze fra esigenze del dominio e richieste dei dominati, ciò che la tecnica rende possibile diventa desiderabile e quindi si deve fare: se sono sterile devo rimediare, se ho il ciclo durante il periodo di vacanza devo rimandarlo a tempi più opportuni, se non ho il corpo alla moda devo rimodellarlo chirurgicamente, se non faccio carriera devo individuare il gene malato e sostituirlo.
Riporre ancora fiducia in un apparato di conoscenze in serie che produce disastri in serie non assomiglia forse a una vera e propria superstizione moderna? Dopo Hiroshima, Seveso e Chernobyl, dopo la "mucca pazza" e gli OGM, dovremmo capire che in questo mondo abbiamo tutti il ruolo di prigionieri, di cavie, di macchine. Che l'unica scelta è quella di attaccare le basi stesse dell'addomesticamento, con i suoi apprendisti stregoni e le sue nefaste promesse.
Comitato contro la superstizione scientista
[Volantino redatto in
occasione del referendum abrogativo sulla procreazione assistita del giugno
2005]
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