[Intervento anonimo distribuito ciclostilato al Convegno nazionale della FGCI e alla manifestazione femminista del 20 dicembre 1975. Tratto da Normalità della barbarie, "Puzz", numero unico, Milano, 1976. A trentacinque anni di distanza sigle e protagonisti sono ovviamente cambiati, ma gli elementi costitutivi dell'ideologia gauchiste restano immutati.]
[...] E quando avremo realizzato il "komunismo", il costo della vita non aumenterà più con criteri ingiusti; tutti, dai maggiordomi ai preti, dagli operai ai dirigenti, riceveranno un salario giusto, le nostre famiglie non vivranno più l'angoscia della disoccupazione, i nostri figli andranno tutti all'università senza distinzione di classe. Perché non ci sarà più una società divisa in classi. Ci sarà un'unica classe di sfruttati, alienati e unificati sotto le insegne sacre del proletariato.
Anche gli industriali, i banchieri, i generali e i poliziotti si diranno komunisti. Allora, se rinunceremo alle tentazioni infantili dell'estremismo, anche i fascisti potranno lentamente essere recuperati tra le file del nostro apparato organizzativo. Dobbiamo però sempre vigilare, "compagni", contro le provocazioni di quei nuclei di critica rivoluzionaria che operano oggettivamente a favore di coloro che vogliono abolire il proletariato e con esso tutti i poteri, compreso il NOSTRO.
Proprio ora, nel delicato momento in cui cominciamo a toccare le leve della gestione della società capitalistica.
Essi non hanno niente da spartire con il progresso, con l'ideologia operaia, con le sue organizzazioni, con il suo tipo di vita. Essi inseguono l'utopia del piacere qui e subito, e propongono ai lavoratori la lotta per la qualità della vita quotidiana.
NOI, al contrario, AFFERMIAMO IL DIRITTO ASSOLUTO DEGLI OPERAI – conquistato per noi dalle loro lotte – DI GESTIRE PER SEMPRE LA LORO SOFFERENZA.
Perché noi non riusciamo assolutamente a immaginare una società radicalmente diversa da questa, in cui rapporti sociali completamente nuovi siano fondamento dell'apparire della comunità. Per noi il komunismo non è altro che il dominio reale del CAPITALE.
Nessun commento:
Posta un commento