Les Mauvais Jours Finiront interrompe (temporaneamente?) le pubblicazioni. Resta comunque on-line affinché rimangano accessibili i documenti pubblicati. L'Autore considera il lavoro di cernita, editazione, elaborazione dei materiali sin qui svolto, come propedeutico alla nuova esperienza – per molti versi affatto diversa – alla quale prende parte, quella del gruppo informale / rivista "Il Lato Cattivo". (Gennaio 2012)
(blog)

«(...) la rivoluzione non ricerca il potere, ma ha bisogno di poter realizzare le sue misure. Essa risolve la questione del potere perché ne affronta praticamente la causa. È rompendo i legami di dipendenza e di isolamento che la rivoluzione distrugge lo Stato e la politica, appropriandosi di tutte le condizioni materiali della vita. Nel corso di questa distruzione, sarà necessario portare avanti misure che creino una situazione irreversìbile. Bruciare le navi, tagliarsi i ponti alle spalle. La vita nova è la posta in gioco e, al contempo, l'arma segreta dell'insurrezione: è dalla capacità di sovvertire le relazioni materiali e trasformare le forme di vita che dipende la vittoria.
«La violenza rivoluzionaria sconvolge gli esseri, e rende gli uomini artefici del proprio divenire. Essa non si riduce a uno scontro frontale, reso improbabile dall'evidente squilibrio di forze esistente; e gl'insorti scivolerebbero sul terreno del nemico se adottassero una logica militare tout court. La guerra sociale mira piuttosto a dissolvere che a conquistare. Non temendo di mettere in gioco passioni, immaginazione e audacia, l'insurrezione si fonda sulla dinamica dell'autogenesi creativa.»

(«NonostanteMilano»)

* * *

«Nel corso dei quindici anni rappresentati simbolicamente dalla data del ‘68, apparve una differente prospettiva (...): il rifiuto della forma-partito e dell’organizzazione sindacale; il rigetto di qualsivoglia fase di transizione volta a creare le basi del comunismo, considerate già pienamente esistenti; l’esigenza di una trasformazione della vita quotidiana – del nostro modo di mangiare, abitare, spostarci, amare etc.; il rifiuto di ogni separazione tra rivoluzione «politica» e rivoluzione «sociale» (o «economica»), cioè della separazione tra la distruzione dello Stato e la creazione di un nuovo genere di attività portatrice di rapporti sociali differenti; la convinzione, infine, che ogni forma di resistenza al vecchio mondo che non lo intacchi in modo decisivo e tendenzialmente irreversibile, finisca inevitabilmente per riprodurlo. Tutto ciò può essere riassunto con un’espressione ancora insoddisfacente, ma che adottiamo a titolo provvisorio: la rivoluzione come comunizzazione

(Karl Nesic, L'appel du vide, 2003).

* * *

«È la situazione in cui il proletariato si trova, a innescarne l’azione: la coscienza non precede l’atto; si manifesta solo come coscienza dell’atto stesso.»

(Gilles Dauvé, Le Roman de nos origines, 1983)

28 giugno 2010

Il KAPD e l'AAUD-E


[Tratto da Denis Authier e Jean Barrot, La sinistra comunista in Germania, Salamandra, Milano, 1981]

[...]

La fondazione del KAPD

I delegati al congresso (4-5 aprile [1920]) rappresentano 38.000 militanti; altri gruppi si aggiungeranno al nuovo partito dopo la sua fondazione. Il KAPD(1) comprende dunque la quasi totalità del KPD(2), con un'analoga composizione sociale (tutti i vari settori della classe operaia, con una predominanza dei giovani e dei disoccupati). Benché vi siano tre tendenze (Berlino, Amburgo e Dresda), l'atmosfera è particolarmente "calorosa", e i congressisti hanno l'impressione di partecipare a qualcosa di completamente nuovo(3). La rottura con lo spartachismo rappresenta la rottura definitiva con la socialdemocrazia. Le tendenze vengono riconosciute come tali e il presidium del congresso comprende un rappresentante per ciascuna di esse.
In realtà, non si tratta di una scissione nei confronti di un'organizzazione già esistente (malgrado l'apparenza contraria data dal gioco delle sigle, come se il KAPD fosse una scissione del KPD), ma dell'autorganizzazione, in piena fase rivoluzionaria, di una nuova corrente che rifiuta l'eredità del passato rappresentata dalla direzione spartachista; quest'ultima è ridotta ad un puro scheletro finanziato da Mosca, finché non si unirà all'ala di sinistra dell'USPD (4). L'entusiasmo dei membri del KAPD è simile a quello dei primi fondatori delle confraternite, unioni, leghe operaie del XIX secolo. Queste innovazioni e questa vitalità – che faranno dire a Rühle(5) che "il KAPD non è un partito nel senso tradizionale del termine" – si esprimeranno in modo eloquente nella vita interna dell'organizzazione.
Il KAPD si afferma come "partito delle masse", a differenza del KPD, "partito di capi", che utilizza le masse per i propri fini politici. In quel periodo, il KAPD rappresenta la maggior parte del partito comunista e le masse rivoluzionarie. Appena un anno più tardi, la polemica sembra rovesciarsi, quando il KPD, divenuto VKPD(6) si trasforma in "partito di massa" (Massenpartei, mentre il KAPD si considera Partei der Massen) e il KAPD lo critica per questa ragione al terzo congresso dell'IC(7). In realtà si potrebbe parlare di rovesciamento di posizioni solo nel caso in cui il KAPD, abbandonando la posizione "massa" – all'interno della contrapposizione massa/capo – fosse passata alla posizione "capo". Un "partito di massa" è, al contrario, un "partito di capi".
Terreno favorito della sinistra tedesca, dalla sua nascita alla sua morte, il dibattito massa/capi, nato dal trauma prodotto dal "tradimento dei capi" del 1914(8), è particolarmente ozioso. Esso fa parte di quel tipo di contrapposizioni, nell'ambito delle quali il termine positivo trova la sua ragion d'essere in quello negativo e viceversa. Lo stesso si verifica, per un argomento analogo, nella contrapposizione centralismo/federalismo. Al tradimento dei capi si contrappone la libera attività delle masse. Ma finché le masse rimangono "masse", vale a dire finché il proletariato non si costituisce in classe, esse produrranno dei capi: e parlare di masse è un linguaggio tipico dei capi.
Gorter(9) è più preciso quando sviluppa la sua posizione sul partito, inteso come un raggruppamento di "puri" che non cadono nell'opportunismo: ma questa è una visione legata soprattutto a fasi di reazione. Le concezioni di Gorter e del KAPD sono accomunate dal loro confusionismo, poiché il partito delle "masse rivoluzionarie" si trasforma necessariamente in un piccolo gruppo, quando queste masse non sono più rivoluzionarie. E' vero anche che la sinistra pecca di educazionismo: una costante della Terza Internazionale – propagandata da Lenin, tendente a sostituire [l']"ideologia socialista" [alla] "ideologia borghese" degli operai  – e di cui la sinistra tedesca non riesce a disfarsi(10).
La maggioranza (Berlino) rifiuta il nazional-bolscevismo(11), ma fa un compromesso provvisorio con la tendenza di Rühle che vuole abolire immediatamente la forma di partito. È per questo che nel programma si legge: "Il KAPD non è un partito nel senso tradizionale". È questa la tesi che Rühle presenta nel suo La rivoluzione non è un affare di partito!, scritto quando era ancora nel KAPD.
La discussione sugli statuti tende ad "individuare la forma che permetta alla volontà delle masse di esprimersi". In un altro contesto, si può paragonare questo atteggiamento con quello di Lenin nel 1913, quando quest'ultimo ricercava una forma di statuto in grado di sbarrare la strada all'opportunismo del partito. Queste discussioni formali sono caratteristiche di tutto questo periodo rivoluzionario, a livello mondiale, insieme al dibattito sulla democrazia e sull'apporto della coscienza agli operai da parte degli intellettuali. Molto rare sono le correnti, o meglio gli individui che sfuggono a questa caratteristica. La tendenza è così forte che persino coloro che avevano criticato, per esempio, il feticismo organizzativo, in seguito ricadono nell'errore: lo stesso Trotskij, che ha aderito al leninismo dopo il 1917. Democrazia, feticismo organizzativo e illuminismo sono tipici dell'ideologia borghese(12).
Queste idee e pratiche politiche sono il riflesso dell'evoluzione del rapporto tra le classi nella società borghese, che porta alla crisi rivoluzionaria della fine della guerra. La piccola borghesia, spesso minacciata quanto gli operai dalla modernizzazione del capitale, scende in lotta a suo modo, considerandosi come l'unica al mondo, e priva della prospettiva del comunismo. In Russia la frazione più radicale di questa classe, unita al proletariato, assume il potere. Anche l'occidente conosce i problemi legati all'evoluzione e alla riorganizzazione dei gruppi sociali. Anche i movimenti più estremisti portano il segno dell'epoca.
La storia molto breve del KAPD mette chiaramente in luce come lo stesso tipo di statuto sia stato applicato a due orientamenti completamente opposti: inizialmente alla vita effettiva di un'organizzazione rivoluzionaria, in seguito alla sua decomposizione. Si può dire che questi statuti fossero estremamente democratici; è più importante constatare però, che durante tutto il periodo che va dalla fondazione del KAPD nel marzo del '20 all'estate del '21, essi sono stati l'espressione fedele di un'organizzazione in cui non esisteva una "base", secondo la formula tradizionale: ogni membro sapeva quel che doveva fare, e non stava nel KAPD per ricevere degli ordini e farsi dettare la propria condotta. I congressi e le varie riunioni generali erano molto frequenti. Non c'era un comitato centrale investito di tutti i poteri per un periodo indeterminato: c'era, da un lato, un comitato di gestione degli affari correnti (Geschäftsführung) e dall'altro un "comitato centrale" (Hauptausschuss) che si riuniva ogni volta che bisognava prendere delle decisioni importanti e che, a differenza delle altre organizzazioni, ogni volta, per la maggior parte, veniva rieletto dai vari gruppi locali; esso comprendeva il comitato permanente di gestione e alcuni delegati inviati dai vari gruppi. Si può dire che la linea da seguire, fosse decisa permanentemente dall'insieme del partito, il che testimonia dell'enorme forza presente nel KAPD; è solo per recuperare tale forza che l'IC tollerava la presenza di questo partito, che non ha mai cessato di attaccare apertamente e violentemente il suo opportunismo (13). Nel suo periodo migliore, all'interno del KAPD si è attuato ciò che Bordiga definiva come "centralismo organico".
Quando ebbe inizio il periodo di decomposizione del KAPD, gli stessi statuti – resi più complessi, a partire dal momento in cui non erano più la semplice formalizzazione di una pratica reale – vennero utilizzati per coprire tutte le manovre della lotta di tendenza.
Ognuno tenta a suo modo di sfuggire al feticismo organizzativo. Secondo Gorter: "L'organizzazione, l'unione, sono legate all'impresa, di conseguenza ci sarà sempre da temere che ostacolino la rivoluzione, al fine di ottenere piccoli miglioramenti, di conquistare un potere solo apparente"(14). Ma ognuno denuncia il feticismo degli altri. Mattick scrive che il KAPD "sembrava più bolscevico dei bolscevichi stessi"(15) per la sua salvaguardia della purezza rivoluzionaria. Sia il KAPD che il Pcd'I(16) mescolano insieme una sopravvalutazione del ruolo del partito (composto da elementi radicali che riuscivano a difendersi dall'accerchiamento capitalistico grazie alla forza dei principi), con una sopravvalutazione delle organizzazioni operaie ([unioni](17) nel primo caso, sindacati nel secondo). Il meccanismo di pensiero e la pratica sono, in fondo, molto simili fra loro, con alcune differenze nell'applicazione degli stessi principi, dovuti alla diversità del contesto tedesco e italiano. Un problema diverso è invece il modo in cui l'uno e l'altro si raffigurano la propria attività e quella dell'altro: a questo livello il groviglio di tradizioni e idee impedisce di capirsi e di comprendere ciò che fa l'altro. In ogni caso, si tratta della stessa concezione del partito inteso come "nucleo"(18): "un ambiente che possa accogliere il proletariato quando, grazie allo sviluppo generale, sarà indotto a lottare". La sinistra italiana condivide con quella tedesca il rifiuto della conquista della maggioranza prima della fase rivoluzionaria, e l'idea del partito-programma: "Ogni comunista deve poter essere un dirigente sul campo – deve poter resistere, e ciò che lo fa resistere, che lo rende forte, è il suo programma"(19).
E' inutile scagionare a tutti i costi la sinistra tedesca dall'accusa di "anarchismo" citando i testi in cui essa si esprime in favore di un partito forte e puro, un "partito-nucleo-ultraformato"(20). Lungi dal vedervi la prova del carattere marxista del KAPD, al contrario noi vi scorgiamo la contraddizione nella quale si dibatte questo partito, posto al centro di un proletariato combattivo ma poco numeroso, e obbligato a cercare un modo per rafforzarsi come organizzazione, illudendosi sul suo ruolo di propulsore delle lotte. Non è possibile cogliere il significato profondo della sinistra, nell'affermazione esasperata di ciò che la distingue dal resto del proletariato (21).
In agosto [1920] ha luogo un secondo congresso che adotta il programma. L'insieme del partito è convinto che in questa fase sono presenti tutte le condizioni favorevoli alla rivoluzione (si può confrontare questa posizione con quella del secondo congresso dell'IC riunito nello stesso periodo). In maggio-giugno scoppiano delle sommosse contro la fame. Viene votato un progetto di legge, pronto da parecchi mesi, per disarmare tutti i civili che avevano conservato le armi. Si ritiene che questa iniziativa provocherà delle reazioni di difesa che occorrerà "spingere in avanti". Il congresso decide di concentrare il partito su questo punto: ma andrà incontro a un fallimento perché sarà il solo a battersi.
Comunque resta in sospeso una questione importante: il chiarimento dei rapporti con la tendenza della Sassonia orientale (Rühle). Le divergenze vertono sul problema dell'IC. Rühle non viene espulso, ma il suo atteggiamento a Mosca viene condannato. Il congresso respinge brutalmente un ultimatum del CEIC [Comitato Esecutivo dell'Internazionale Comunista] che intima al KAPD di ritornare nel KPD. Rühle e i suoi seguaci vengono espulsi solo alla fine di ottobre [1920] durante una seduta del CC.
Alla metà di agosto del 1920, l'Armata Rossa è alle porte di Varsavia, e l'Intesa invia ai polacchi un grosso aiuto attraverso la Germania. Il KAPD, l'AAUD(22) e il FAUD(23) si abbandonano ad azioni di sabotaggio, che complessivamente raggiungono lo scopo, e cercano di levarvi un'azione insurrezionale, che però fallisce completamente. Il KAPD ne addossa la colpa alle denunce pubbliche del KPD e dell'USPD(24). Là dove gli ostacoli materiali impediscono di far arrivare il contrordine al movimento, si verifica la presa dei poteri a livello locale da parte degli insorti: per esempio, la "repubblica dei consigli" di Köthen, nella Germania centrale, fatta cadere nel ridicolo da coloro che hanno contribuito al suo fallimento. Molti radicali vengono arrestati. "Il KAPD è stato l'unico partito ad aver avuto la possibilità di realizzare i suoi contenuti antidemocratici nel lavoro quotidiano"(25).
Un anno dopo (al terzo congresso dell'IC), il KAPD ritornerà ancora con insistenza sull'"azione" di agosto del '20, accusando il KPD e l'USPD di averlo abbandonato. Secondo Jung (26), l'agosto del '20 non è affatto un episodio isolato. C'è stato da parte dei russi un cambiamento di programma completamente imprevisto. Quando Jung era a Mosca (prima del secondo congresso dell'IC), era stato previsto, d'accordo con il KAPD, il KPD e l'USPD, che l'Armata Rossa, nella sua controffensiva verso i polacchi, non avrebbe avuto come primo obiettivo Varsavia, ma l'Alta Slesia (regione industriale tedesca dove il movimento rivoluzionario era forte e che stava per essere riannessa alla Polonia). Qui si sarebbe formato un esercito rosso di operai tedeschi e solo allora sarebbe stato intrapreso l'attacco contro Varsavia e il grosso dell'esercito polacco. I russi non ritenevano che la loro armata da sola sarebbe stata in grado di affrontare a Varsavia tutto l'esercito polacco, equipaggiato più modernamente e che oltretutto era regolarmente rifornito dall'Intesa; per questa ragione essi contavano essenzialmente sull'appoggio del movimento rivoluzionario in Germania.
I partiti comunisti tedeschi e l'USPD dovevano tenersi pronti ad appoggiare questa manovra e passare all'offensiva armata. La decisione di dirigersi direttamente su Varsavia in agosto venne presa improvvisamente dal comando dell'armata russa; il KAPD – i cui membri erano organizzati militarmente – non riesce a comprenderne il motivo. In realtà i russi si erano fatti delle illusioni sui loro primi successi militari. Ma con questa decisione dimostreranno di non curarsi affatto del movimento rivoluzionario al di fuori dei propri interessi. (Come è noto, la controffensiva di Pilsudski fu fulminea).
Jung, pur restituendo tutta la sua importanza all'avvenimento, tuttavia non mette in luce l'apatia generale degli operai tedeschi che i gruppi militari comunisti tentavano di far sollevare. Durante uno sciopero generale del settore dell'energia elettrica, il KAPD, fedele a se stesso, "spinge" il movimento, denunciando il tradimento del KPD, dell'SPD, ecc. Il governo stesso deve reprimere lo sciopero. Dopo il marzo del '21, il KAPD lavora alla formazione di comitati d'azione nelle fabbriche e all'attuazione di occupazioni "all'italiana". Il quarto congresso (settembre 1921) si dà come compito quello di "mantenere desta la volontà rivoluzionaria del proletariato tedesco". Il KAPD ha dunque optato per l'attivismo, ridiventando un "partito nel senso tradizionale". Con il riflusso definitivo della fase rivoluzionaria, si verificano nuove divisioni interne e la trasformazione del KAPD in setta. Sia la realtà esterna (numerosi morti nelle varie azioni) che quella interna (attivismo e scontro tra tendenze) riducono drasticamente il numero delle ultime isole rivoluzionarie. La creazione dell'AAUD-E è un tentativo – vano – di reagire a questa situazione.

Il dibattito sull'organizzazione "unitaria"

In contrapposizione ai bolscevichi e ai socialdemocratici, tutti i gruppi della sinistra tedesca sono d'accordo su un punto: non è "il" partito che dovrebbe assicurare il potere durante e dopo la rivoluzione, ma i consigli, organi che permettono ai proletari di esercitare sia il potere politico che quello economico. Ma il programma del KAPD fa una distinzione tra consigli "politici" ed "economici": segno di una divergenza sui tempi di dissoluzione del partito. L'AAUD-E, al contrario, rappresenta la corrente favorevole alla dissoluzione immediata.
La concezione dell'organizzazione unitaria era apparsa per la prima volta a Brema(27): del resto essa era l'unico aspetto nuovo di questo testo, ancora favorevole alla struttura sindacale di mestiere e al parlamentarismo. Tale concezione rimane per lungo tempo poco chiara, e si sviluppa con gli scioperi selvaggi durante la guerra e dopo il 1918. Gli operai rivoluzionari si organizzano allora su base aziendale e regionale, sabotando sindacati ed elezioni.
Il confusionismo e le cause delle divergenze e delle successive scissioni traggono origine dal fatto che a propagandare questa concezione sono individui e gruppi appartenenti ad un partito preciso: il KPD. La sinistra la difende al congresso di fondazione, contro la Luxemburg e la destra, affinché i compiti dei sindacati vengano assicurati dopo la rivoluzione dai consigli(28). Poiché coloro che fanno propaganda per un'organizzazione che nega il partito, appartengono anch'essi ad un partito, si ha l'impressione che questo partito (KPD(O) divenuto poi KAPD) debba sciogliersi nell'organizzazione unitaria. Schematicamente si delineano due posizioni: scioglimento immediato o dopo un "certo periodo". Questo "certo periodo" genera ovviamente nuove tendenze, non appena si passa ad una valutazione più seria. Nel frattempo, si mantiene il partito come "un male necessario", come afferma Schröeder nel suo Agli arbori della nuova società(29): i sostenitori dell'organizzazione unitaria, non essendo molto numerosi tra il proletariato, non possono fare altro che unirsi al partito.
Mentre l'insieme della sinistra (tutte le tendenze unite) è ancora organizzata nel KAPD, la rottura – come spesso accade – si verifica su un argomento diverso: l'atteggiamento da tenere verso la Russia e l'IC. Rühle, risolutamente antibolscevico e contrario all'entrata del KAPD nell'IC, viene espulso dal KAPD che vuole collaborare con l'IC. Si è spesso rimproverato a Rühle il suo "semianarchismo". Ma il KAPD tenta di superare il problema contrapponendo marxismo e anarchismo come il bianco al nero. Uno dei suoi delegati al terzo congresso mondiale [dell'IC] ritiene che gli anarchici disprezzassero "la lotta di classe organizzata (...) si erano trovati a vivere anzitempo nella storia, la loro tattica era prematura di varie decine d'anni". Un giudizio certamente insufficiente, ma il movimento rivoluzionario in nuova ascesa opera una sintesi dei contenuti migliori sia del marxismo che dell'anarchismo, criticando implicitamente(30) le valutazioni di Marx ed Engels(31).
La posizione di Rühle sulla Russia è subito ripresa dalla tendenza per l'organizzazione unitaria immediata, e quindi la rottura tra il KAPD e l'AAUD si consuma rapidamente. In dicembre il KAPD della Sassonia orientale si scioglie nell'AAUD. Successivamente l'AAUD di Amburgo espelle tutti coloro che vogliono restare nel KAPD. In tutta la Germania, una parte della sinistra passa rapidamente all'organizzazione unitaria. Essa criticherà apertamente il KAPD all'epoca dell'azione di marzo (32).
Nell'ottobre del '21, questo movimento dà vita alla sua prima conferenza autonoma e si dà il nome di AAUD-E, dove "E" sta per "unitaria". Essa adotta le "Linee di orientamento per l'AAUD-E". L'AAUD-E in quel periodo comprende tredici distretti economici che raccolgono parecchie decine di migliaia di membri, ma si disgregherà ancor più rapidamente delle altre organizzazioni di sinistra. La linea teorica dell'AAUD-E è espressa essenzialmente in "Die Aktion", a partire dal 1920, e negli opuscoli di Rühle, che sono ognuno lo sviluppo del precedente (33).
Pannekoek(34), benché al di fuori di qualsiasi gruppo a partire dal 1920, con una sua lettera del 5 luglio dello stesso anno, dimostra di essere più vicino all'AAUD-E che a qualsiasi altra corrente di sinistra: "L'idea che debbano esservi due organizzazioni degli operai distinte è falsa" (35). Nel 1931, è proprio sul principio dell'organizzazione unitaria che verrà fondata la KAUD (Unione Comunista Operaia Tedesca), comprendente i resti dei vari gruppi della sinistra tedesca.

NOTE:
(1) KAPD: Partito Comunista Operaio di Germania. [lmjf]
(2) KPD: Partito Comunista di Germania, fondato nel gennaio 1919 in seguito alla rottura della Lega Spartaco con l'USPD (cfr. nota 4), e alla sua unificazione con la sinistra comunista (IKD, Comunisti internazionalisti di Germania). Nonostante la sinistra antiparlamentare e antisindacale sia maggioritaria, la direzione del partito sarà controllata sin dall'inizio dalla “destra” spartachista (Rosa Luxemburg). [lmjf]
(3) Hans M. Bock, Syndikalismus und Linkskommunismus von 1918-1923. Zur Geschichte und Soziologie der Freien Arbeiter-Union Deutschlands und der Kommunistischen Arbeiter-Partei Deutschlands, 1969.
(4) USPD: Partito Socialdemocratico Indipendente di Germania, fondato nell'aprile 1917 in seguito all'espulsione dallo SPD dell'opposizione di sinistra, contraria alla guerra. Gli spartachisti (Luxemburg, Levi, Pieck etc.) aderiscono al nuovo partito come gruppo autonomo. Duplicato di sinistra dello SPD ed espressione tedesca di ciò che Lenin definisce “centrismo”, l'USPD, “conformemente al suo dualismo è il partito di tutti i compromessi, che nel momento in cui un'azione viene ripresa o lanciata dalla sua ala sinistra, la negozia non appena appare pericolosa per l'ordine stabilito” (Jean Barrot, Denis Authier, La sinistra comunista in Germania, Salamandra, Milano, 1981).[lmjf]
(5) Otto Rühle (1874-1943), fu il principale teorico della tendenza AAUD-E (organizzazione unitaria), e autore di testi quali La rivoluzione non è affare di partito!, Dalla rivoluzione borghese alla rivoluzione proletaria, Le questioni fondamentali dell'organizzazione, La lotta contro il fascismo comincia dalla lotta contro il bolscevismo. [lmjf]
(6) VKPD: Partito Comunista Unificato di Germania, nato nel dicembre del 1920 in seguito alla fusione dei resti del KPD con l'ala sinistra dell'USPD, sulla base della tattica del “fronte unico” voluta da Mosca e dall'Internazionale Comunista, e rigettata dalle sinistre. Al momento della fondazione conta circa 400.000 membri (per lo più provenienti dall'USPD). [lmjf]
(7) Internazionale Comunista (Comintern), fondata nel marzo del 1919. Malgrado una forte presenza delle tendenze di sinistra, la maggioranza dell'IC (fin dall'inizio controllata di fatto dai bolscevichi) è favorevole al “parlamentarismo rivoluzionario”, al lavoro nei sindacati e alle lotte di liberazione nazionale nelle colonie. “All'epoca le posizioni dei russi erano conosciute molto male e talvolta completamente sconosciute […] I rapporti tra comunisti occidentali e russi (e dunque l'IC) negli anni '19-20 sono caratterizzati da un'incomprensione che verrà dissipata solo dopo il '21 (benché alcuni siano stati più lucidi: Rühle, per sempio)” (Jean Barrot, Denis Authier, op. cit.). Dopo il 1921, l'IC diverrà niente più che uno strumento della politica estera dello Stato russo.[lmjf]
(8) Il 4 agosto 1914, la SPD, come la maggior parte dei partiti aderenti alla Seconda Internazionale, vota i crediti di guerra. Sia la socialdemocrazia che i sindacati riformisti si dichiarano a favore dello sforzo bellico. Fanno eccezione i bolscevichi, la sinistra del Partito Socialista italiano (Bordiga), i marxisti di sinistra olandesi (Pannekoek e Gorter), il Partito Socialista serbo etc. La maggioranza del Partito Socialista italiano fa propria l'ambigua parola d'ordine del “né aderire, né sabotare”. [lmjf]
(9) Hermann Gorter (1864-1927), poeta e teorico marxista olandese. Uscito dal Partito Comunista olandese (KPN) nel 1919, prende parte nell'aprile del 1920 alla fondazione del KAPD. Insieme ad Anton Pannekoek, è il più importante teorico della sinistra comunista tedesco-olandese, autore di testi quali Lettera aperta al compagno Lenin (in Risposta all'“Estremismo” di Lenin, Samonà e Savelli, Roma, 1970), Le lezioni delle “giornate di marzo”, L' Internazionale Comunista Operaia, La rivoluzione mondiale. [lmjf]
(10) "Programme Communiste", n. 56, passim. Analoga critica può essere rivolta a Maximilien Rubel, che in Marx vede soprattutto un "educatore": cfr. la sua Prefazione alle Pages choisies de Karl Marx, Payot, Paris, 1970, e Marx critique du marxisme, Payot, Paris, 1974 [Marx critico del marxismo, Cappelli, Bologna, 1981].
(11) Il “nazional-bolscevismo” è una tendenza nata in seno alla sinistra comunista tedesca, animata ad Amburgo da Heinrich Laufenberg e Fritz Wolffheim. Fu estromessa dal KAPD all'indomani del congresso di fondazione. Cfr. Note sul “nazional-bolscevismo”, in appendice a Jean Barrot, Denis Authier, op. cit., e di prossima pubblicazione su questo blog. [lmjf]
(12) Marx-Engels, Textes sur l'organisation, Spartacus, Paris, 1970. [Come notano ancora Authier e Barrot, “secondo tutte le correnti di quel periodo, il socialismo è un problema di gestione: le divergenze vertono sulla forma della gestione operaia della produzione (da parte del partito, del consiglio, del sindacato, dell'unione etc.)”. lmjf]
(13) Si intende per "opportunismo" l'azione “giorno per giorno”, la tendenza al compromesso che sacrifica la prospettiva rivoluzionaria al risultato immediato. Tuttavia, sostengono gli Autori, “nel modo in cui viene definito da Engels, il concetto di opportunismo (ripreso da Lenin) rovescia la realtà. […] Infatti, se si vuole parlare di opportunismo bisognerà lanciare l'accusa […] all'insieme del proletariato stesso per tutta un'epoca. […] Questo riformismo pratico, alla base si trasforma, qualche volta, nel suo opposto: l'azione rivoluzionaria […]. Non esiste frattura tra rivoluzione e riformismo – c'è invece opposizione irrimediabile tra le forme paralizzanti del riformismo (che spesso non sono adatte neppure per un “buon” riformismo) e le forme organizzative rivoluzionarie; c'è una lotta sanguinosa tra il proletariato rimasto riformista e il proletariato diventato rivoluzionario […].
In un primo tempo, la socialdemocrazia e i sindacati tedeschi costituiscono l'organizzazione di questa lotta spontaneamente riformista del proletariato tedesco […]. Tuttavia si opera rapidamente una separazione tra organizzazioni del movimento operaio e movimento operaio stesso […]. A partire da questo momento le organizzazioni operaie tradizionali, lo SPD e i sindacati, hanno una loro logica propria, una loro funzione specifica nella società esistente […]
“Non è dunque più possibile per dei rivoluzionari rimanere nelle organizzazioni operaie (Engels) o collaborare con esse (Lenin), per spingerle a trasformarsi (Engels) o a smascherarsi (Lenin). Esse non possono cambiare perché hanno una natura propria, né possono smascherarsi perché gli operai rimangono riformisti ed al massimo rimproverano loro una certa debolezza nella lotta riformista, ma non certo la mancanza di spirito rivoluzionario” (Jean Barrot, Denis Authier, op. cit.) [lmjf]
(14) Citato da Béla Kun, Du sectarisme à la contre-révolution, in "L'Internationale Communiste", n. 18, ottobre 1921.
(15) Paul Mattick, Conseils ouvriers..., p. 102. [Paul Mattick (1904-1981). A 14 anni aderisce alla Lega di Spartaco. Operaio alla Siemens, dove fu membro del Consiglio operaio come rappresentante degli apprendisti, prende parte a diverse azioni durante la rivoluzione, radicalizzandosi e avvicinandosi alle posizioni della sinistra comunista. Aderisce al KAPD, nella primavera del 1920. In seguito, entra a far parte dell'AAU di Colonia, ma rimane in contatto anche con esponenti dell'AAUD-E di Rühle. Nel 1926, emigra negli Stati Uniti, dove inizia un lavoro di approfondimento teorico incentrato sulla critica marxiana dell'economia politica. Fa parte, per qualche tempo degli IWW (Industrial Workers of the World). Nel 1934, fonda il Council Communist Group e dà vita a una rete di rapporti internazionali con altre formazioni “consiliari” (International Council Correspondance), entrando in contatto, tra l'altro, con i Comunisti Internazionalisti olandesi (GIC-H) e con Karl Korsch, che offrì regolari contributi al giornale del gruppo. Il gruppo-rivista, nel 1938, cambia nome in "Living Marxism" e successivamente in "New Essays" (1942). Per una buona biografia di Mattick, in lingua italiana, si veda http://www.left-dis.nl/i/bibpm.htm. Cfr., inoltre, la bibliografia in appendice a Paul Mattick, Il marxismo ultimo rifugio della borghesia?, Sedizioni, 2009 (lmjf)]
(16) Il Partito Comunista d'Italia fu fondato a Livorno nel 1921, in seguito alla fuoriuscita dal Partito Socialista della Frazione comunista astensionista (Bordiga) e del gruppo di “Ordine Nuovo” (Gramsci) che confluirono nella nuova organizzazione. Fino al 1923 (arresto di Bordiga), la direzione del partito rimarrà in mano alla sinistra, che pur rinunciando al proprio astensionismo in nome della disciplina dell'IC, si opporrà sin da subito alla tattica del “fronte unico” con i partiti socialisti, contrapponendovi il “fronte unico sindacale” (unità di tutti gli sfruttati all'interno dei sindacati). Cfr. Tesi di Roma (1922). La “bolscevizzazione” del partito, dopo il 1923, proseguirà solo con grande difficoltà, essendo la sinistra ancora maggioritaria alla base del partito. La sua sconfitta sarà definitivamente sancita dal Congresso di Lione (1926). [lmjf]
(17) Le Unionen sono la forma organizzativa che il proletariato rivoluzionario tedesco si dà all'indomani della Prima guerra mondiale, sulla base della parola d'ordine Fuori dai sindacati!. Diversamente dai sindacati riformisti, organizzati su base di mestiere, ma distinguendosi anche dall'unionismo industriale (IWW), strutturato per settore industriale, i settori più radicali del proletariato tedesco si organizzano su base sia di impresa che di regione economica: essi tendono “a un raggruppamento geografico strategico in vista dell'azione rivoluzionaria”. “Nel 1919, le unioni sono organizzazioni transitorie che lavorano alla formazione di consigli”. (Jean Barrot, Denis Authier, op. cit.). [lmjf]
(18) Cfr. Hempel in Denis Authier (a cura di), La gauche allemande (textes), La Vecchia Talpa, 1973, a proposito del dibattito intorno alla relazione sulla tattica al III Congresso mondiale.
(19) Ibidem.
(20) "Rèvolution Internationale", nuova serie, n. 6, per un riassunto dell'opera menzionata in precedenza.
(21) Lettera di Marx a Schweitzer del 13 ottobre 1868: "La setta cerca la sua raison d'être e il suo point d'honneur non in ciò che essa ha in comune con il movimento di classe, bensì in un segno particolare che la distingue da tale movimento". Cfr. Marx-Engels, Opere, Editori Riuniti, Roma, 1980, v. XLIII, p. 619.
(22) AAUD: fondata nel febbraio 1920, è l'organizzazione che riunisce a livello nazionale le unioni operaie (Unionen). Si distingue dalle organizzazioni anarco-sindacaliste, in quanto non rifiuta il concetto di dittatura del proletariato (che deve essere esercitata dall'intera classe operaia attraverso i consigli). “Gli organismi come l'AAUD sono stati eccezionalmente sovversivi poiché erano tutt'uno col movimento rivoluzionario; superavano la contrapposizione tra movimento e organizzazione stabile” (Jean Barrot, Denis Authier, op. cit., p. 69) [lmjf]
(23)FAUD: organizzazione anarco-sindacalista fondata nel dicembre del 1919. [lmjf]
(24) Denis Authier, op. cit.
(25)Kommunistik Programm, La Gauche allemande et la question syndicale dans la III Internationale, 1971.
(26) Franz Jung, [Der Weg nach Unten], pp. 186 e seg.
(27) Hans M. Bock, op. cit.
(28) Ibidem, p. 98.
(29) Frits Kool, [Die Linke gegen Parteiherrschaft], p. 353.
(30) Cfr. Hempel, op. cit.
(31) Lettera di Engels a Lafargue dell'11 giugno del 1889.
(32) “Azione di marzo”: movimento a carattere insurrezionale che, nel marzo del 1921, investe la Germania centrale e la Sassonia. Esso nasce da un movimento difensivo autonomo del proletariato (le rivendicazioni iniziali sono la riduzione dell'orario di lavoro e l'eliminazione della polizia privata all'interno delle aziende). “Gli emissari di entrambi i partiti [VKPD e KAPD] si riveleranno incapaci di influenzare il corso degli avvenimenti” (Jean Barrot, Denis Authier, op. cit., p. 95). La sconfitta dell'Azione di marzo segnerà l'inizio del riflusso del movimento rivoluzionario e della disgregazione delle organizzazioni della sinistra comunista. [lmjf]
(33) Cfr. HansM. Bock, op. cit., documento n. XIV.
(34) Si veda, risalente a questo periodo, Rivoluzione mondiale e tattica comunista (1920). [lmjf]
(35) Frits Kool, op. cit., p. 128.

Nessun commento: