«Nella concezione di Maria il bene
e il male non sono le astrazioni morali
del bene e del male. Essa è buona, perché non ha recato dolore a nessuno; è
stata sempre umana verso il suo ambiente inumano. Essa è buona, perché sole e
fiori le rivelano la loro propria natura di sole e di fiori. Essa è buona,
perché è ancora giovane, piena di speranza e coraggiosa. La sua situazione non è buona perché esercita su di lei una coercizione
innaturale, perché non è l'estrinsecazione dei suoi impulsi umani, non è la
realizzazione dei suoi desideri umani, perché è piena di tormento e priva di
gioia. Essa commisura la situazione della sua vita alla sua propria
individualità, alla sua essenza naturale, non all'ideale del bene.
«Nella natura, dove cadono le
catene della vita civile, dove essa può estrinsecare liberamente la natura sua
propria, Fleur de Marie sprizza dunque un
piacere di vivere, una ricchezza di sentire, una gioia umana per la bellezza
della natura, che dimostrano come la situazione civile abbia sfiorato solo
la sua superficie, come sia solo una semplice cattiva sorte, e come essa stessa
non sia né cattiva né buona, ma umana».
«Una teoria penale che nel delinquente riconosca contemporaneamente l'uomo, può fare ciò solo nell'astrazione, nell'immaginazione, perché la pena, la coazione, contraddicono al comportamento umano. […] Quando vigeranno rapporti umani, la pena non sarà invece realmente altro che il giudizio di chi sbaglia su se stesso. Non si pretenderà di persuadere costui che una violenza esterna, esercitata da altri su di lui, sia una violenza che egli ha esercitato su se stesso. Egli troverà invece negli altri uomini i naturali redentori della pena che egli ha inflitto a se stesso, cioè il rapporto addirittura si rovescerà».
(Estratti da K.Marx - F:Engels,La
Sacra Famiglia , 1845)
«Una teoria penale che nel delinquente riconosca contemporaneamente l'uomo, può fare ciò solo nell'astrazione, nell'immaginazione, perché la pena, la coazione, contraddicono al comportamento umano. […] Quando vigeranno rapporti umani, la pena non sarà invece realmente altro che il giudizio di chi sbaglia su se stesso. Non si pretenderà di persuadere costui che una violenza esterna, esercitata da altri su di lui, sia una violenza che egli ha esercitato su se stesso. Egli troverà invece negli altri uomini i naturali redentori della pena che egli ha inflitto a se stesso, cioè il rapporto addirittura si rovescerà».
(Estratti da K.Marx - F:Engels,
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